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ERA D’ESTATE…

Venticinque anni fa “era d’estate” che ci lasciava un uomo perbene, altruista e generoso qual era Sergio Endrigo, cantautore discreto ed inarrivabile, la cui vena poetica dalla Bellezza delicata ed un po’ malinconica, ha segnato lo scenario musicale italiano in modo profondo: capostipite dei cosiddetti “cantautori”, ovvero di quegli autori-cantanti che – ai tempi – portarono una folata di cambiamento nel chiuso contesto musicale, ancora banalmente incentrato sulle rime cuore-amore.

Endrigo è stato uno dei più alti e raffinati cantautori italiani, la sua grande umanità ed innata eleganza d’animo, lo han reso creatore di Poesie in Musica dalle rare profondità ma, anche, di canzoni colte ed intelligenti nelle quali raccontava di razzismo o della fine del comunismo col garbo di quell’onestà intellettuale che gli era propria.

Sergio Endrigo fu il creatore dell’inedita canzone d’autore per bambini insieme al Maestro Gianni Rodari ma – al contempo – fu anche l’autore che mise in musica i versi di grandi scrittori quali Pasolini e Dickinson, eppure fu presto schiacciato dal peso di un sistema che lo tagliò fuori ingiustamente, dimenticato dai discografici quando ancora in vita, è stato e rimarrà sempre una pietra miliare della storia e del tessuto culturale italiano.

Painting by Maria Oosthuizen

Tuttavia, la vera Bellezza è difficilmente compresa e la si etichetta per sminuirla, così ad Endrigo è stato affibbiato il cartellino di cantore per bambini e del sentimentalismo mesto e triste, mentre – invece – cantava la Bellezza del “vivere d’amore” e mai morirne: ogni suo brano – sia pur se in apparenza semplice – era comunque oltremodo anticonformistico, perché la canzone di Endrigo era insieme poesia, ironia, cultura, amore ed ideali per i quali combattere e vivere, tutto “sfumato” da quel velo intimista e malinconico, tipico dei chansonnier francesi.

Ma, a dispetto di tutto e tutti, la Bellezza pura ed alta è sempiterna, il resto passa, è moda fuggevole, mentre l’eleganza non tramonta mai, proprio come le Canzoni di Sergio Endrigo, lo stile inconfondibile ed unico resta ed Endrigo ne aveva da vendere, quel fascino dato dal talento innato e non costruito ne studiato: parole e musica sempre attuali, che danno vita a poesie cui la Bellezza nasce – come dichiarato dallo stesso Endrigo – dalla “consapevolezza di una perdita dentro l’intensità di un’emozione”, restano l’onestà intellettuale e la maestria di comunicare emozioni, sia agli adulti che ai bambini, in modo pulito ed universale.

Nei brani di Sergio Endrigo si ritrovano le contraddizioni della società ed il controsenso dell’essere umano, si racconta l’amore e la speranza di chi subisce o sopporta, ma si riscopre – anche – la forza della speranza per un futuro migliore, ritrovando nella semplicità la vera Bellezza, in fondo… “le cose d’ogni giorno, raccontano segreti a chi le sa guardare ed ascoltare”. (Sergio Endrigo)

Rabindranath Tagore: il Maestro dell’Armonia Universale

Rabindranath Tagore – Painting by Hrishiraj Gawali

Dal Profeta di Bellezza, al Maestro dell’Armonia Universale, ovvero il maggior sostenitore dell’importanza della responsabilità di ciascun individuo ad impegnarsi nella ricerca costante – ovunque e nonostante tutto – dell’armonia della bellezza, perché per Rabindranath Tagore, era necessario far comprendere la grandezza della Natura, fondamento essenziale del suo pensiero filosofico-religioso che ravvisava nella riconciliazione con l’universale, il profondo significato dell’esistenza armoniosa.

Tagorenato a Calcutta in India nel 1861 da un’illustre e ricca famiglia nobile dalle forti tradizioni culturali e spirituali – è un artista poliedrico e dalla creatività straordinariamente sensibile che spazia dalla scrittura alla filosofia, dalla musica alla pittura, dalla filosofia alla politica: poeta, musicista, scrittore, drammaturgo e pittore, compone liriche che traduce in inglese ed alle quali affianca pure la musica, dipinge e disegna e – al contempo – si misura con vari generi letterari, dalla poesia ai trattati religiosi, dalla narrativa al dramma, passando per la saggistica politico-filosofica, fu anche attento e convinto attivista politico a sostegno dell’indipendenza indiana dall’Impero britannico.

Autore degli inni nazionali dell’India e del Bangladesh, Tagore fu il primo scrittore non europeo a ricevere il premio Nobel per la Letteratura nel 1913, colpito ed ammaliato dallo splendido spettacolo della natura, elabora la concezione per cui l’armoniosa Bellezza – riscontrabile esclusivamente nella contemplazione della varietà della Natura e nell’immensità dei cieli – è riconducibile al credo dell’Assoluto nella ricerca sospirosa di Dio al fine di riuscire ad accettare la vita, perché ogni creatura vale in quanto è tale, senza le ingiuste ed inutili distinzioni di casta o di classe.

Per Tagore, l’armonia da ritrovare nelle profondità della coscienza unitamente all’ideale di una pura Bellezza cosmica, sono un valore morale universale che il Poeta indiano riesce a far conoscere, diffondere ed apprezzare in tutto il mondo: il suo messaggio – riscontrabile in ogni sua opera – è l’amore e l’armonia verso la Bellezza dell’universo.

Leggere le parole di Rabindranath Tagore, ci insegnano l’importanza della lentezza, del valore di saper fermarsi a guardare e non solo vedere, ci fanno comprendere che la vita è l’attimo presente che non tornerà mai più perché – in fondo – il futuro è un’incognita ed il passato è ormai andato, Tagore si fa portatore di un messaggio di solidarietà internazionale, il suo è un inno all’amore totale perché ha una visione ispirata del mondo, quella del Maestro dell’Armonia Universale è una poesia dal misticismo elevato che vuol ispirare ed esaltare l’anima.

Dawn of Mother Earth” – Painting by Jim Warren

Il filo conduttore del Tagore pensiero è la connessione che egli vede e riconosce tra l’universale ed il particolare, perché esiste un legame indissolubile tra l’anima dell’essere umano e quella dell’intero creato ed esclusivamente nella contemplazione della perfezione di ogni piccolo componente della natura, è possibile riconoscere la piena espressione divina e – quindi – quella suprema Armonia di Bellezza Universale: quella “fonte della felicità” che alberga nell’armonia dell’infinito dentro ciascuno di noi… Shambhala!

“La felicità duratura dell’uomo non è nell’arrivare al possesso di alcuna cosa: l’amore è il significato ultimo di tutto quello che ci circonda, non è solo una sensazione, è la verità, è la gioia che è la fonte di tutta la creazione.” (Rabindranath Tagore)