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“AL CALAR DELLA SERA…” (CIT. FABRIZIO DE ANDRE’)

Ventidue anni fa ci lasciava, a soli cinquant’otto anni, Fabrizio De André: colui che è riuscito ad unire la Poesia più alta con la musica popolare e dar vita ad opere dalla Bellezza infinita e sempre attuale, un mix che è riuscito, negli anni, a veicolare – senza mai fermarsi – contenuti profondi dall’accezione spesso tormentata e di cui il Faber ne è la voce narrante, coscienza acuta ed analitica della realtà civile e sociale.

Fabrizio De André – che sceglieva la musica popolare per accompagnare i protagonisti delle sue storie di gente comune – va annoverato come parte del ricco patrimonio della cultura popolare italiana, nell’ultima canzone dell’ultimo disco (Anime Salve – 1996), dà voce all’individualità tanto amata e cantata in tutta la sua opera musicale e non solo: “Smisurata preghiera” (ispirata dal “Gabbiere” di Alvaro Mutis n.d.r.) è una canzone inno a chi si afferma individuo libero contro il bigottismo vago e generico di massa.

Fabrizio- De André – Murales a Piazza Faber a Tempio Pausania (SS)

Faber ci lascia questa canzone manifesto – la “summa”, così descritta dallo stesso De André – come testamento morale e spirituale, una sorta di invocazione affinché tutti si accorgano dei tanti torti che le minoranze subiscono da parte di chi si arroga il diritto di approfittare della propria condizione d’esser “in maggioranza” per opprimere ed avvilire chi sceglie di viaggiare in “direzione ostinata e contraria” alle leggi del branco.

Nell’anniversario della morte, mi piace ricordare Fabrizio De André, con questo affresco della solitudine libera e scelta di un’individualità sacrosanta ma sopraffatta ed annullata da un gregge che – forte dei numeri – lo rende schiavo e complice di naufragi, scandali e disastri vari, ma che – di contro – fa emergere la Bellezza dell’unicità, delle minoranze e delle differenze che arricchiscono.

Smisurata preghiera è un’ode alla libertà, è l’esaltazione delle minoranze, è un componimento attuale oggi più che mai, è la speranza certa che – alla fine – saranno loro, i meno privilegiati e considerati dai più a vincere, poiché, alla resa dei conti, “la fortuna aiuterà i figli di Dio disobbedienti alle leggi del branco” … perché la Bellezza, quella vera, è nell’essere “unici”, è capire e valorizzare l’unicità soprattutto in questo periodo storico così difficile, perché in ogni cosa, creatura od opera vi è intrinseco il riflesso della luce della Bellezza che Dio – il creatore – ha abbondantemente dispensato nel mondo e della quale ci ha fatto dono, nonché custodi della stessa… e perché nessuno si può salvare da solo.

“…per chi viaggia in direzione ostinata e contraria

col suo marchio speciale di speciale disperazione

e tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi

per consegnare alla morte una goccia di splendore

di umanità di verità

Paintings by Banksy

…ricorda Signore questi servi disobbedienti

alle leggi del branco

non dimenticare il loro volto

che dopo tanto sbandare

è appena giusto che la fortuna li aiuti…”

(da “Smisurata preghiera” di Fabrizio De André)

“Che fai tu, Luna, in ciel?” (Giacomo Leopardi)

Non si può disquisire di Bellezza ignorando colei che ha ispirato le immagini e le parole più belle di poeti, santi, scrittori, musicisti, pittori e creativi di ogni genere, ridestatrice del lato artistico insito in ogni essere umano, lei: la Luna, l’astro per eccellenza, studiato e narrato da sempre da scienziati, religiosi, filosofi e non solo, satellite le cui fasi da tempi immemori sono la clessidra che svela all’uomo il tempo che scorre: è il satellite rilevatore dell’incessante divenire del ritmo della vita che passa.

La Luna cresce, sale, cala e sparisce senza mai cessare di trasmettere luce di Bellezza ed energia tale da influire sull’aspetto psicofisico della vita umana, perché come è capace di far oscillare il livello del mare, così l’energia lunare condiziona – in base alle diverse fasi – il nostro umore e la qualità del nostro sonno, la nostra bellezza e pure la salute.

Nei secoli, la Luna ha alimentato credenze, usanze, proverbi, modi di dire e fare, è stata divinità e musa, è stata strega o luce guida, ma sempre e comunque incontrastata protagonista di culture, arti, scienze e religioni di ogni dove, nonché compagna e sfondo della storia di tutti i popoli in una straordinaria combinazione di romanticismo, mitologia e sacralità.

L’aurea misteriosa dell’astro limpido e splendente poco conosciuto, ha ispirato per secoli la fantasia e la creatività di chiunque perché irraggiungibile e inesplorata, eppure nemmeno l’allunaggio e la scoperta del suo essere offuscata da macchie e imperfezioni, è mai riuscito ad appannare la forza seduttiva della cristallina Bellezza della Luna che – pur divenendo oggetto di esplorazione e conquista – rimarrà in ogni caso e per sempre, protagonista indiscussa di sogni, fantasie, poemi, canzoni, dipinti, fotografie ed illustrazioni che provano a rifletterne l’eterna beltà.

La Luna, specchio ammaliante del nostro inconscio, primo gradino del regno dei cieli, è l’eterna cornice delle nostre vite, luce brillante nei notturni profili cittadini, accarezza i campi e si immerge nel mare silenziosa e poetica, ci accompagna nelle camminate serali e ci coccola nelle notti insonni, imperturbabile e prepotentemente Bella, sta lì a guardarci barcamenarci tra piaceri, paure, gioie, angosce e solitudini, prede di emozioni sfuggevoli e mutevoli come quel suo alone vulnerabile nel quale ritroviamo l’instabilità del nostro essere e dei nostri sentimenti.

Presenza costante e silenziosa, la Luna è fata e strega insieme, femminile e sensuale, muta forme ed umore come ogni Donna, perché è femmina anch’ella e quindi è fragile e forte, è sogno e miraggio, è luce e magia, è notte e giorno; la Luna è quell’impalpabile luce di Bellezza malinconicamente attraente che continua – imperterrita – a farci sognare abbracciando ogni notte ciascuno di noi, indistintamente.

E mentre la sabbia della clessidra del tempo scorre, lei, la Luna è ancora lì, onnipresente e silenziosa, meditazione poetica e splendente di armoniosa Bellezza, riflesso di quel bisogno ancestrale d’ogni individuo di “risolversi trovando sé stessi” nella bellezza del proprio “io” per poi saper ritrovarla in tutto ciò che ci circonda, satellite d’ispirazione poetica e filosofica, riverbera sulla vita la sua aurea lucente a costante memoria che, lei, la Lunain fondo – siamo anche noi.

“Mi piace pensare che la Luna è lì, anche se io non guardo”. (Albert Einstein)

Gentil Mente…

Cara Signora,
è ormai diverso tempo che non la incontro più e, le confesso, che la cosa mi preoccupa un po’… era bello sa, scorgerla di tanto in tanto fra il trambusto cittadino del comune via vai quotidiano, tra amici e conoscenti, tra le mure di case, di scuole ed uffici, tra i profumi di un giardino e le panchine di un parco o nascosta tra le luci e le ombre di una serata fuori, tra gli sguardi od i sorrisi dei passanti, tra gesti cortesi e modi galanti ed – adesso – questa ormai diffusa abitudine generale alla sua e di altre assenza, mi rattrista e mi spaventa.

Sarà che sono antica o – meglio – insolita ed al quanto fuori dalle regole del comun pensiero, ma, non ho mai amato seguire mode e/o andamenti generali per timor di restare fuori dal gruppo, anzi, ne son sempre stata al di fuori… sola, si, ma me stessa quasi fino in fondo… meglio un obbrobrio originale che una brutta copia… non trova?

Comunque, mi auguro di rivederla ancora e presto come ai tempi migliori del suo massimo splendore e di delicata Bellezza, magari assieme a qualcuna di quelle sue care vecchie amiche anch’esse disperse… a presto (mi auguro) Madame Gentilezza.